Striated Space
Stéphanie Baechler
15.3—15.4
2019
Curatrice
Aline d’Auria
Stéphanie Baechler
15.3—15.4
2019
Curatrice
Aline d’Auria
Inaugurazione con performance sonora Maïté Chénière aka MIGHTY, artista francese residente a Ginevra.
Fin dalla sua fondazione nel marzo del 2015, lo Spazio Lampo si è sempre sentito parte del territorio. La sua storia, la storia degli spazi che occupa ma anche degli spazi che la regione offre, sono parte integrante del suo progetto culturale. L’associazione Grande Velocità, che si occupa della proposta culturale che ha sede allo Spazio Lampo, cerca dalle tre alle quattro volte all’anno di impossessarsi degli spazi fisici e mentali di Chiasso e del suo territorio circostante. Nasce così Striated Space, installazione di Stephanie Baechler, artista svizzera residente ad Amsterdam, dove storia e arte si uniscono per creare un nuovo territorio fisico e mentale, appunto. In quanto esseri umani siamo praticamente sempre coperti da vestiti, da questa architettura fine che ci contiene e noi, ignari quotidianamente di questo, continuiamo la nostra strada, come se fosse normale abitare uno spazio.
La regione del Mendrisiotto vanta una storia più che centenaria nel campo dell’industria tessile e nella confezione di articoli d’abbigliamento, a partire dalla coltivazione dei bachi da seta, alle camicerie, o le filande fino all’arrivo di grandi marchi internazionali con lo scopo di impiegare una manodopera a basso costo e risparmiare in tasse aziendali. Un mondo complesso e contraddittorio che fa parte della nostra storia.
Fin dalla sua fondazione nel marzo del 2015, lo Spazio Lampo si è sempre sentito parte del territorio. La sua storia, la storia degli spazi che occupa ma anche degli spazi che la regione offre, sono parte integrante del suo progetto culturale. L’associazione Grande Velocità, che si occupa della proposta culturale che ha sede allo Spazio Lampo, cerca dalle tre alle quattro volte all’anno di impossessarsi degli spazi fisici e mentali di Chiasso e del suo territorio circostante. Nasce così Striated Space, installazione di Stephanie Baechler, artista svizzera residente ad Amsterdam, dove storia e arte si uniscono per creare un nuovo territorio fisico e mentale, appunto. In quanto esseri umani siamo praticamente sempre coperti da vestiti, da questa architettura fine che ci contiene e noi, ignari quotidianamente di questo, continuiamo la nostra strada, come se fosse normale abitare uno spazio.
La regione del Mendrisiotto vanta una storia più che centenaria nel campo dell’industria tessile e nella confezione di articoli d’abbigliamento, a partire dalla coltivazione dei bachi da seta, alle camicerie, o le filande fino all’arrivo di grandi marchi internazionali con lo scopo di impiegare una manodopera a basso costo e risparmiare in tasse aziendali. Un mondo complesso e contraddittorio che fa parte della nostra storia.
Stéphanie Baechler sembra personificare perfettamente la combinazione tra storia e attualità con la sua formazione in design tessile e moda (tra i numerosi premi ha ricevuto il Premio Federale di Design nel 2009, 2011 e 2014) e il suo presente quale artista creando allo Spazio Lampo un’opera inedita intitolata Striated Space (dall’inglese letteralmente Spazio Striato). Baechler parte dall’architettura degli indumenti per allargarsi a quella delle loro fabbriche per finire al nostro spazio. Il tessuto, destinato alla fabbricazione di camice e capi spalla e proveniente proprio da un’azienda con base in Ticino si trasforma per diventare una tenda, un insieme di tende, una struttura che crea uno spazio che divide o unisce e, quindi, mantenere in realtà la sua funzione primaria: quella di definire gli spazi.
Dimensioni che si allargano e si stringono, spazi modulari che si creano e si trasformano dove movimento, spazio, materia e corpo si uniscono per creare un tutt’uno composito, tangibile, immaginario, striato, appunto. Un davanti e dietro le quinte dove gli attori in gioco, noi tutti, scegliamo da che parte stare interagendo con l’opera, capendo che alla fine non c’è un davanti o dietro, ma siamo sempre attori principali di questo gioco che è il nostro vivere.
Attraverso la sua musica Maïté interroga mondi ibridi quali il mondo della notte, i viaggi nel tempo, la condivisione di storie dimenticate portandole alla luce. Il palco diventa così spazio d’espressione e di condivisione per corpi e identità.
Due donne, due percorsi quelli di Maïté Chénière (aka Mighty) e Stéphanie Baechler che hanno trovato un punto d’incontro a Chiasso allo Spazio Lampo dialogando attraverso la loro opera e offrendo ai visitatori un momento di poesia, dove le barriere tra un mondo immaginario e uno tangibile si annullano, dando spazio ad una pura osmosi dei sensi.
Dimensioni che si allargano e si stringono, spazi modulari che si creano e si trasformano dove movimento, spazio, materia e corpo si uniscono per creare un tutt’uno composito, tangibile, immaginario, striato, appunto. Un davanti e dietro le quinte dove gli attori in gioco, noi tutti, scegliamo da che parte stare interagendo con l’opera, capendo che alla fine non c’è un davanti o dietro, ma siamo sempre attori principali di questo gioco che è il nostro vivere.
Attraverso la sua musica Maïté interroga mondi ibridi quali il mondo della notte, i viaggi nel tempo, la condivisione di storie dimenticate portandole alla luce. Il palco diventa così spazio d’espressione e di condivisione per corpi e identità.
Due donne, due percorsi quelli di Maïté Chénière (aka Mighty) e Stéphanie Baechler che hanno trovato un punto d’incontro a Chiasso allo Spazio Lampo dialogando attraverso la loro opera e offrendo ai visitatori un momento di poesia, dove le barriere tra un mondo immaginario e uno tangibile si annullano, dando spazio ad una pura osmosi dei sensi.