Miky Maoys
Alfio Mazzei, Esther Kempf,  Laurent Kropf, Valentina Pini,
5.10—8.12
2019


Curatrice
Valentina Pini

Nella vetrina è esposta la serie Transportation devices for Allan McCullum’s Perfect vehicles dell’artista Losannese Laurent Kropf. Si tratta di cinque zaini di tela di differenti misure manifatturati dall’artista la cui forma è perfettamente adatta ad accogliere e a trasportare sulle spalle un’opera d’arte. Kropf, che durante il soggiorno ad Atene si è ispirato al filosofo Diogene detto il cinico, la cui caratteristica è quella di vivere in una giara, ha creato una connessione con il lavoro dell’artista Allan McCollum dal titolo Perfect Vehicles, una serie di riproduzioni in gesso, resina o cemento, di un vaso di origini cinesi ma di qualità formale archetipica.
Allo Spazio Lampo, i cinque zaini a forma di vaso potrebbero dunque contenere le opere di grande valore di Allan McCollum. Sotto la forma di un dispositivo, analizzando e studiando il composito spazio espositivo, gli artisti hanno lavorato collettivamente alla realizzazione di una struttura geometrica che ricorda un fondale fotografico sul quale sono posate delle composizioni grafiche. Si tratta di tracce leggere create dal movimento di una trottola. Alla parete sono visibili le edizioni realizzate dagli artisti durante il soggiorno di ricerca ad Atene e la partecipazione al workshop d’editoria Time Takes Time organizzato dallo spazio d’arte indipendente A-DASH. La pubblicazione Words I can read, raccoglie una serie di parole fotografate ad Atene nello spazio pubblico: nomi di scrittori, marchi di prodotti e altre parole internazionali come “Taxi” o “Idea”.
Tutte queste parole possono essere lette o indovinate da chi non ha nessuna nozione di greco. Il libretto può diventare un manuale per imparare le lettere dell’alfabeto greco. La section des vases mostra una veduta del Museo Nazionale di Archeologia di Atene. Il processo fotografico utilizzato è quello dell’antotipia la cui sostanza fotosensibile è costituita da succo di spinaci, l’esposizione al sole crea una fotografia destinata a scomparire. “Stai fuori dalla mia luce”, disse Diogene ad Alessandro Magno che venne a trovarlo.

Coral 1 e Coral 2 appartengono invece ad una serie di immagini che richiamano il mondo degli abissi marini, caratterizzate da forme evocative circondate da moti ondosi che possono essere interpretati come onde oppure dune di sabbia sottomarine. Internal Shell è il titolo della foto e della scultura che sporge dalla parete all’entrata dello spazio. Comunemente chiamato osso di seppia, questa massa spugnosa è in realtà una conchiglia. Le sfumature cromatiche sono il risultato dell’immersione in una serie di liquidi colorati le cui tonalità ricordano le piume di un pappagallo (le ossa di seppia sono infatti utilizzate come mangime per uccelli).

Evento collaterale
Sessione d’ascolto e zuppa allo Spazio Lampo con Laurent Kropf


Foto: Robin Bervini